La stretta monetaria abbondantemente preannunciata in Giappone è arrivata. Nella riunione di politica monetaria di gennaio, la Bank of Japan ha deciso di alzare il tasso di interesse chiave di 25 punti base, portandolo allo 0,5%.
Si tratta del livello più alto in 17 anni, nonché del terzo aumento del costo del denaro da marzo 2024, quando l’istituto centrale nipponico decise di chiudere la lunga era dei tassi negativi. La decisione è passata con un voto per 8-1. Secondo la BoJ, potrebbero essersi ulteriori aumenti dei tassi di interesse nelel prossime riunioni.
La mossa della BoJ si giustifica con il momento dell’escursione salariale e il progresso costante nell’inflazione. Secondo le sue prospettive trimestrali, l’inflazione di base dovrebbe essere al 2,7% per l’anno fiscale 2024 (in aumento rispetto alle stime di ottobre del 2,5%). L’inflazione core sarà invece a livello più moderato del 2,4% nell’esercizio 2025 e nel 2,0% nell’esercizio 2026.
La banca centrale ha anche previsto che l’inflazione avrebbe raggiunto il suo obiettivo del 2% nella seconda metà del suo periodo di previsione.
Nel frattempo, la banca centrale ha ridotto la previsione della crescita del PIL 2024 allo 0,5% rispetto a dati precedenti dello 0,6%. Le prospettive di crescita rimane all’1,1% per l’esercizio 2025 e l’1,0% per l’esercizio 2026.
Dopo la decisione della BoJ, lo yen giapponese si è rafforzato verso 155 per dollaro (). In realtà questo guadagna è frutto specialmente dal calo del dollaro, che sta perdendo quota rispetto a tutte le valute principali, dopo che il presidente Donald Trump ha esortato la Federal Reserve ad abbassare i tassi di interesse (cosa che probabilmente non farà durante la riunione politica della prossima settimana).
Il rendimento delle obbligazioni governative a 10 anni del Giappone è salito di venerdì oltre l’1,23%, raggiungendo un massimo di una settimana.

















