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RBNZ, nuova stretta di 50 pb. Ma il kiwi resta debole

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Le commodity currencies restano sotto pressione a causa dell’aggressività della Fed e del crescente rischio di recessione globale

Arriva il sesto aumento dei tassi consecutivo da parte della Reserve Bank of New Zealand. Nelle scorse ore la RBNZ ha aumentato il costo del denaro di 50 punti base, portandolo al 2,5%, livello che non si vedeva da marzo 2016.

Il consiglio ha avvertito che continuerà a inasprire la politica monetaria fino a quando non sarà sicuro che le condizioni monetarie siano sufficienti per raffreddare le aspettative di inflazione e portarla all’interno dell’intervallo target dell’1-3%.
Il comitato di politica monetaria ritiene che gli elevati costi alimentari e quelli energetici porteranno a un calo della spesa discrezionale delle famiglie nei prossimi trimestri. La banca centrale ha affermato che ‘continuerà a inasprire le condizioni monetarie a ritmo sostenuto per mantenere la stabilità dei prezzi e sostenere la massima occupazione‘.

I responsabili politici hanno affermato di essere consapevoli dei rischi al ribasso a medio termine per l’attività economica e del pericolo recessione, poiché le prospettive economiche globali hanno continuato a indebolirsi a causa di problemi di approvvigionamento in corso, tensioni geopolitiche e problemi sanitari in Cina.

La mossa della RBNZ non serve per il momento a risollevare il dollaro kiwi, che rimane vicino ai livelli più bassi degli ultimi due anni rispetto al biglietto verde americano.
Il cambio NZDUSD ha infranto di recente il supporto a 0,622 ed ha ripreso a scendere.
Le commodity currencies restano sotto pressione a causa degli aggressivi piani di inasprimento della Federal Reserve e del crescente rischio di una recessione globale.

Gli economisti prevedono anche un altro aumento del tasso di mezzo punto ad agosto, il che lo renderebbe la politica di inasprimento più aggressiva della RBNZ da quando il tasso ufficiale di cambio è stato introdotto nel 1999.

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