La ritrovata propensione al rischio ha messo brio al dollaro australiano, che sta marciando forte da alcuni giorni, stazionando in prossimità dei massimi di due mesi contro il dollaro.
A spingere il dollaro australiano c’è una percepita distensione nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, pronte a tornare al tavolo dei negoziati per risolvere la disputa commerciale.
Dati cinesi e dollaro australiano
Eppure i dati commerciali cinesi avrebbero potuto mettere il freno alla marcia dell’Aussie. Infatti la Cina è partner commerciale privilegiato dell’Australia, per cui i suoi dati macro si riflettono sull’andamento della valuta australiana. Secondo l’Amministrazione generale delle dogane cinesi, gli ultimi dati sono stati abbastanza deboli. Le esportazioni sono diminuite dell’1% ad agosto su base annuale, mentre le importazioni sono scese del 5,6%. Il surplus commerciale di Pechino è calato a 34,84 miliardi di dollari, al di sotto delle previsioni degli analisti.
Tuttavia, questi dati non hanno avuto un impatto negativo sul dollaro australiano, che ha invece beneficiato dei dati diffusi dall’Australian Bureau of Statistics riguardo il numero destagionalizzato di prestiti immobiliari (cresciuto aumentato del 5,0%, molto più delle stime degli specialisti).
Aussie tonico
Come detto, il dollaro australiano ha conservato il suo slancio rialzista, cominciato settimana scorsa. La coppia scambia attorno quota 0,687, ossia sui massimi di due mesi toccati di recente come vediamo sulla webtrader di .
Anche la coppia mantiene la sua inerzia ribassista, e ha toccato nuovi minimi di 6 settimane a quota 1,605.