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La RBA conferma ancora i tassi (1,50%), ma l’AUD-USD continua a spingere

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Per il 30esimo mese di fila il tasso di interesse rimane all'1,50%, ovvero il valore minimo storico dove venne portato nell'agosto 2016

Anche stavolta il board della Reserve Bank of Australia (RBA) ha deciso di non toccare il costo del denaro. Per il 30esimo mese di fila il tasso di interesse rimane all’1,50%, ovvero il valore minimo storico dove venne portato nell’agosto 2016 con un taglio di 25 punti base.
Secondo l’istituto centrale australiano, questo livello dei tassi è coerente con la situazione economica che richiede ancora uno stimolo, e con il raggiungimento nel tempo dei target d’inflazione (2%).


Relativamente alla crescita, la RBA ha rivisto in senso negativo le previsioni. Il PIL infatti viene ora stimato al 3,0% quest’anno (contro il 3,5% previsto a novembre), mentre nel 2020 si prevede un rallentamento dell’economia dovuto alle attese di esportazioni più basse di materie prime (a proposito, il report di dicembre vede le esportazioni in calo dello 0,2% mensile).
La RBA ha rivisto al ribasso anche le prospettive di inflazione: 2% nel 2019 e 2,25% nel 2020.

L’istituto centrale australiano ha evidenziato la presenza di rischi esterni al sistema economico (guerra commerciale in primis) e rischi interni legati alle spese delle famiglie e all’effetto del calo dei prezzi delle abitazioni in alcune città. Tuttavia il mercato del lavoro rimane solido, e ci si attendono ulteriori progressi graduali.
Malgrado questi rischi, la RBA si mostra molto ottimista sul futuro economico australiano.

I mercati hanno interpretato in senso più “hawkish” questo ottimismo della RBA. Se dopo il meeting di dicembre molti ritenevano improbabile una stretta monetaria fino alla fine del 2020, adesso le possibilità che si verifichi prima sono cresciute.
Questo spiega perché c’è stato un impulso al dollaro australiano (AUD), che è in risalita dopo alcuni giorni meno brillanti. Il cross AUDUSD viaggia verso 0,7240.

Da inizio anno la valuta australiana ha avuto un grosso spunto contro il dollaro USD, tornando oltre la soglia psicologica di 7,00 sotto la quale era scivolata proprio nei primi giorni del 2019. Sta incidendo in modo forte anche l’ottimismo riguardo ai colloqui tra Cina e Stati Uniti, dal momento che Pechino è il primo partner commerciale di Sydney.

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