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BCE verso il prolungamento del QE. Il cross Eur-Usd recupera 1,12% in una settimana

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L'istituto centrale porterà avanti la sua politica di quantitative easing anche oltre la scadenza di marzo 2017, probabilmente per altri 6 mesi

Il principale nemico delle politiche della BCE è la situazione economica incerta che c’è in molti paesi europei. Il clima di instabilità rischia di rendere vani gli sforzi che l’istituto centrale europeo sta portando avanti da un paio di anni, con lo scopo di riportare l’inflazione al 2%. Dal momento che i risultati in questo senso sono stati blandi, la BCE vuole almeno conservarli.

Per questo motivo è opinione diffusa che l’istituto centrale porterà avanti la sua politica di quantitative easing anche oltre la scadenza di marzo 2017. Probabilmente lo farà per 6 mesi e sempre allo stesso ritmo di acquisti di titoli per 80 miliardi di euro al mese.


Il fatto è che l’inflazione nell’eurozona continua a essere molto legata agli stimoli della BCE, e per questo motivo il Qe proseguirà. Fino a quando è difficile dirlo, e d’altra parte è anche possibile che strada facendo possa essere ridotto il volume di acquisti progressivamente, nel caso in cui i dati dimostrino che c’è una ripresa autonoma incoraggiante del ritmo di crescita dell’inflazione.

Ma c’è anche un altro problema che la BCE si sta ponendo. In un clima di forte instabilità, deve evitare il diffondersi di false aspettative. I segnali che deve mandare devono essere chiari e senza rischi di interpretazione, perché c’è il rischio di generare previsioni sbagliate da parte degli analisti, e quindi movimenti indesiderati sui mercati.

Intanto l’euro, dopo aver vissuto un settembre nerissimo nei confronti del dollaro, negli ultimi giorni ha cominciato a riguadagnare il terreno perduto. L’ultima settimana ha fatto segnare un dato positivo di 1,12% del cross con il biglietto verde (EurUsd).

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