Continua la ripresa della sterlina. La combinazione dei dati macro positivi dal Regno Unito e quelli meno incoraggianti dagli Stati Uniti, hanno spinto la valuta britannica sui massimi di circa un mese e mezzo sul dollaro (GBPUSD).
Il mercato ha accolto con favore la revisione al rialzo del PMI dei servizi britannici di novembre, che passa da 50,5 a 51,3, quindi ben al di sopra della soglia di 50 che separa l’espansione dalla contrazione. Il PMI composito è salito a 51,2 da 50,5.
Nonostante questi dati incoraggianti, non sembra essere in dubbio che la Bank of England effettuerà un taglio dei tassi di 25 punti base a dicembre, prima di fermarsi a causa delle preoccupazioni per una possibile riaccelerazione dell’inflazione.
Nel frattempo giungono dagli USA delle crescenti evidenze di un indebolimento del mercato del lavoro. I nuovi dati raccolti dall’ADP indicano un calo di 32.000 posti di lavoro nel settore privato a novembre, in netto contrasto con le aspettative di un aumento di 10.000.
Questo report consolida l’idea di un taglio dei tassi della Fed la prossima settimana. I mercati prevedono almeno altre due riduzioni per il prossimo anno.
Questo scenario spinge la sterlina britannica, che ha esteso i suo recenti guadagni spingendosi verso 1,33 (GBPUSD), raggiungendo così il livello più forte dalla fine di ottobre (mentre il è sceso oltre la soglia di 99 mercoledì, il minimo da oltre un mese).
E’ da circa due settimane che la valuta UK sta recuperando terreno rispetto al biglietto verde, ma adesso siamo giunti ad uno snodo importante, perché dopo il superamento della media mobile a 50 periodi, adesso il cambio sta cominciando a testare quella a 200 periodi.
Intanto il rendimento dei titoli di Stato britannici a 10 anni è sceso al 4,45%, suggerendo che il recente bilancio presentato dal Cancelliere Reeves abbia allentato la pressione sui Gilt.
