La robusta ripresa del dollaro, ma soprattutto i dati sull’inflazione in Svizzera più deboli del previsto, hanno finito per spingere il Franco elvetico sui minimi di un mese rispetto al biglietto verde americano ().
I prezzi al consumo in Svizzera sono aumentati dello 0,1% su base annua nell’ottobre 2025, mancando le aspettative del mercato di un aumento dello 0,3% e rallentando rispetto all’aumento dello 0,2% del mese precedente. Si tratta del dato più basso da giugno, che avvicina ulteriormente il tasso di inflazione svizzero verso il limite inferiore della fascia obiettivo della BNS (0-2%).
Questi dati, unitamente alla debolezza dell’attività economica a causa dei forti dazi statunitensi, stanno mettono in discussione le politiche monetarie della BNS e alimentano le speculazioni su un taglio dei tassi, che potrebbero potenzialmente scivolare sotto lo zero già il mese prossimo.
Tuttavia il presidente della BNS Martin Schlegel si è mostrato riluttante a prendere in considerazione una mossa del genere, consapevole dei rischi per la stabilità finanziaria del Paese. Infatti lo status di rifugio sicuro del franco CHF complica il compito della banca centrale, poiché la sua forza riduce i costi delle importazioni e frena l’inflazione.
Sul mercato valutario il cambio tra dollaro e franco sale così verso 0,81, sui massimi di un mese. E’ dal mese di luglio che il cambio si sta muovendo in un canale laterale compreso tra 0,79 e 0,81, ma nei giorni scorsi il taglio al rialzo della media mobile a 50 periodi ha inviato un messaggio rialzista al mercato.
Intanto il rendimento dei titoli di Stato svizzeri a 10 anni è sceso a circa lo 0,13%, il livello più basso da gennaio 2022.

















