Lo slancio che il dollaro USD aveva avuto nei giorni scorsi si è un po’ attenuato, ed a contribuire alla frenata ci ha pensato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, nel discorso tenuto alla National Association for Business Economics.
Il numero uno della FED ha segnalato che la banca centrale potrebbe effettuare un altro taglio di 25 punti base dei tassi nella riunione del 29 ottobre, anche se l’assenza di dati macro aggiornati per via dello shutdown condiziona fortemente le valutazioni dell’economia statunitense. Oggi ad esempio il Bureau of Labour Statistics (BLS) ha annunciato di avere posticipato la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo di settembre a venerdì 24 ottobre. I colloqui bipartisan continuano, ma non sembra esserci alcuno sblocco della trattativa tra Democratici e Repubblicani.
Tuttavia le prospettive economiche sembrano invariate rispetto al meeting di settembre, quando i funzionari hanno abbassato i tassi prevedendo mediamente altre due riduzioni entro fine anno. La FED è preoccupata soprattutto per la frenata del mercato del lavoro, che potrebbe ulteriormente acuirsi.
Il mercato è pressoché certo che a novembre ci sarà un taglio di altri 25 punti base, ma c’è maggiore incertezza sul percorso dei tassi per il prossimo anno.
Un ulteriore elemento di incertezza per gli investitori è l’escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, dopo che il presidente Donald Trump ha minacciato la Cina di un embargo sull’olio da cucina come rappresaglia per il boicottaggio della soia di Pechino.
Il scivola così sotto quota 99, anche se rimane oltre la media mobile a 50 periodi che ha tagliato settimana scorsa. Il biglietto verde si sta muovendo in un canale laterale tra 96,5 e 99 dall’inizio dell’estate, senza trovare una direzione chiara e costante. Tuttavia, dall’inizio dell’anno la valuta a stelle e strisce ha perso quasi il 10%.
