Il clima di prudenza sui mercati a causa delle incertezze che accompagnano lo shutdown USA, non salva tuttavia l’euro dalla discesa rispetto al dollaro, perché le novità politiche che giungono dalla Francia rendono nervosi gli investitori.
Il nuovo primo ministro francese, Sébastien Lecornu, si è dimesso dopo neppure un mese dal nuovo incarico (suo malgrado passa alla storia come il premier più breve della storia). La scelta di mantenere un governo in gran parte invariato ha attirato le critiche da parte dei partiti di opposizione e aumentato la spaccatura in seno al parlamento, rendendo il Paese ingovernabile.
Adesso il presidente Macron dovrà trovare un candidato in grado di sopravvivere all’attuale sistema tripartitico e a un’assemblea nazionale molto frammentata. Ma questo scenario alimenta la preoccupazione dei mercati sul varo di una manovra fiscale che dovrà necessariamente essere molto rigida, visto che la Francia ha il disavanzo più grande dell’area euro.
Intanto le vendite al dettaglio dell’Eurozona sono aumentate dello 0,1% ad agosto, dopo il calo dello 0,4% di luglio. Tuttavia su base annua è rallentata bruscamente all’1,0%, segnando l’aumento più debole su base annua da luglio 2024.
Notizie negative arrivano anche dal PMI delle costruzioni dell’Eurozona, sceso a 46 da 46,7 del mese precedente, indicando un’ulteriore contrazione del settore.
Il cambio scende così verso 1,17, ma nel corso della giornata si era affacciato anche al di sotto di questa soglia. Il calo odierno prosegue il test della media mobile a 50 periodi, che sta agendo da supporto da marzo scorso.
A favore del dollaro agisce anche l’elezione a sorpresa – in Giappone – della deputata pro-stimolo Sanae Takaichi come primo ministro, perché suscita aspettative di un aumento della spesa pubblica, di un aumento dei rendimenti globali e di un aumento del dollaro.

















