Giornata fiacca per l’euro, che torna a fare marcia indietro a seguito di alcuni dati macro e (soprattutto) delle parole di Jerome Powell sulle prospettive dei tassi negli USA.
L’indice Ifo tedesco è sceso a 87,7 a settembre, toccando il livello minimo da maggio e risultando inferiore alle aspettative del mercato di 89,3. Questo dato peraltro arriva dopo che i dati PMI pubblicati martedì sono stati in chiaroscuro (male soprattutto la manifattura, scivolata di nuovo in contrazione), riflettendo potenziali implicazioni per il percorso di politica monetaria della BCE, che di recente aveva indicato che il suo ciclo di taglio dei tassi potrebbe essere terminato.
L’euro si è così indebolito verso 1,172 rispetto al dollaro (), allontanandosi ulteriormente dal massimo di quattro anni di 1,192 toccato il 17 settembre, e avvicinandosi alla Ema50 che agisce da supporto.
Nel frattempo il è salito sopra 97,8 mercoledì, avvicinandosi a un massimo di tre settimane.
Nel frattempo, gli investitori hanno digerito le osservazioni del presidente della Fed Jerome Powell, che ha evidenziato i crescenti rischi sia per l’inflazione che per l’occupazione, mostrando un approccio molto cauto riguardo a possibili nuovi tagli dei tassi (il mercato dà una probabilità superiore al 90% che ce ne sia uno anche a ottobre).
Adesso i trader rivolgono l’attenzione alla pubblicazione dell’indice dei prezzi PCE statunitense di venerdì.

















