Nessuna sorpresa dal Regno Unito, dove la Bank of England mantiene il tasso di riferimento al 4% con un voto di 7 a 2 del Comitato (i due dissenzienti Swati Dhingra e Alan Taylor erano per una riduzione di 0,25%).
La BoE ha anche deciso di rallentare la stretta quantitativa, riducendo le partecipazioni in gilt di 70 miliardi di sterline nel corso del prossimo anno, a 488 miliardi di sterline.
La banca centrale ha evidenziato i progressi nella lotta all’inflazione, sebbene rimanga al di sopra dell’obiettivo (3,8%). “Il Comitato rimane concentrato sull’eliminazione di eventuali pressioni inflazionistiche persistenti, esistenti o emergenti, per riportare l’inflazione in modo sostenibile al suo obiettivo del 2% nel medio termine“.
Anche se il comitato ha segnalato i rischi al rialzo per l’inflazione a medio termine, evidenzia che il PIL è cresciuto in maniera modesta e c’è un rallentamento del mercato del lavoro. Per questo riguardo al futuro, la BoE manterà un approccio graduale e cauto nel tagliare ancora i tassi, con decisioni che verranno prese in base all’ulteriore calo delle pressioni inflazionistiche sottostanti.
I trader hanno leggermente aumentato le prospettive di allentamento monetario, scontando ora 45 punti base di tagli entro la fine del 2026, ma le aspettative per quest’anno rimangono stabili.
La decisione della BoE non ha inciso granché sul percorso della sterlina, che è andata in calo rispetto al dollaro come le altre valute principali. Il cambio scivola sotto 1,36, allontanandosi dal livello più alto dall’inizio di luglio che era stato toccato ieri. Negli ultimi giorni il taglio della media mobile a 50 periodi ha inviato un messaggio rialzista al mercato.
