L’atteso rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti alimenta le preoccupazioni sull’economia statunitense e dà una spinta decisiva alle probabilità che la Federal Reserve taglierà più volte i tassi di interesse nel corso di quest’anno. E questo fa scivolare pesantemente il dollaro.
Secondo i dati forniti dal Bureau of Labour Statistics, ad agosto l’economia statunitense ha aggiunto solo 22 mila posti di lavoro nei settori non agricoli (non-farm payrolls), un indicatore molto osservato per comprendere lo stato di salute del mercato del lavoro statunitense. Il numero è ben al di sotto delle previsioni di 75 mila. A luglio erano state create 79 mila buste paga (dato rivisto da 73 mila).
Inoltre il tasso di disoccupazione è salito al 4,3%, il più alto dal 2021 (ma in linea con le aspettative). Le retribuzioni medie orarie, ritenute dalla FED un buon indicatore delle pressioni inflazionistiche, registrano un aumento dello 0,3% su mese e del 3,7% su anno (in linea con le attese).
Complessivamete i dati indicano un raffreddamento del mercato del lavoro e rafforzano così le aspettative che la Fed taglierà i tassi alla fine del mese, con i mercati che ora scontano circa 66 pb di allentamento monetario per il 2025.
Del resto negli ultimi giorni diversi membri del FOMC aveva espresso opinioni accomodanti, osservando che i tassi dovrebbero essere adeguati per adattarsi al rallentamento dell’economia e del mercato del lavoro.
Così, dopo i recenti saliscendi degli ultimi giorni, il è sceso verso 97,5, seguendo il calo dei rendimenti dei Treasury a breve termine.
Il grafico del biglietto verde evidenzia che l’Index continua a seguire da vicino l’andamento della media mobile a 50 periodi, come accade ormai dall’inizio di agosto. In caso di ulteriori ribassi, la prossima zona di supporto è sui minimi annuali verso quota 96.

















