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Dazi e arresto Bolsonaro spingono l’USDBRL al rialzo

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La situazione commerciale con gli USA è molto tesa, e le accuse all’ex presidente non aiutano il dialogo con Trump

Continua ad esserci tensione attorno al Real brasiliano, a causa di eventi politici che si intrecciano con la disputa commerciale con gli USA e con l’andamento dell’economia nazionale.

Il principale shock per la valuta brasiliana è stato l’ordine esecutivo firmato di Trump, che impone un dazio del 50% sulla maggior parte delle esportazioni brasiliane. Gli emissari del governo Lula hanno cercato subito di negoziare con gli Stati Uniti una revisione di questa tariffa, ma è sorto un altro problema.
L’ex presidente Jair Bolsonaro, sotto accusa per aver indotto un tentativo di colpo di stato, è stato posto agli arresti domiciliari per ripetute violazioni delle misure precauzionali dall’inizio del processo.
Questa decisione ostacola i progressi nei negoziati tra Stati Uniti e Brasile, dal momento che il presidente Trump ha minacciato un aumento delle tariffe se il Paese manterrà le accuse contro Bolsonaro (suo alleato).


Il clima attorno all’economia brasiliana s’è fatto così molto incerto, e l’incertezza non è gradita agli investitori. Ciò ha provocato una marcia indietro del Real.
Il cambio era schizzato fino a sfiorare la soglia di 5,6, dove però ha incontrato una solida area di resistenza, che è resa ancor più robusta dal passaggio in quest’area della media mobile a 50 periodi.


Nel frattempo, i verbali dell’ultima riunione della banca centrale – che ha interrotto il ciclo di rialzi del tasso Selic la scorsa settimana, lasciandolo al 15% – hanno rafforzato la convinzione di un periodo prolungato di tassi di interesse elevati, a causa proprio delle incertezze create dall’impatto dei dazi imposti da Trump.
Il Copom non esclude una ripresa della stretta monetaria (e questo ha evitato ulteriori rialzi al cambio ) se si renderà conto che l’attuale livello dei tassi di interesse non è sufficiente a garantire la convergenza dell’inflazione al centro dell’obiettivo. Ricordiamo che e aspettative di inflazione rimangono al di sopra dell’obiettivo per il 2025 e il 2026, rispettivamente al 5,1% e al 4,4%.

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