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NFP non farm payrolls

Lavoro USA più debole del previsto spinge la FED verso i tagli. Dollar Index in pesante retromarcia

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La crescita delle buste paga non agricole è stata molto inferiore alle attese. Il cambio EURUSD schizza oltre 1,15

Gli ultimi numeri sul mercato del lavoro negli USA riaccendono la possibilità di tagli da parte della FED, finendo per innescare la marcia indietro del dollaro dopo il recente rally.

Le buste paga non agricole (Non Farm Payrolls) sono aumentate di 73.000 unità a luglio, ben al di sotto delle aspettative di 110 mila. Inoltre i conteggi dei due mesi precedenti sono stati rivisti al ribasso per complessive 258.000 unità.
La retribuzione oraria media è aumentata dello 0,3%, in linea con le previsioni di mercato, e poco più rispetto al mese precedente (0,2%). Negli ultimi 12 mesi, le retribuzioni orarie medie sono aumentate del 3,9% a luglio, il massimo in quattro mesi.
Intanto il tasso di disoccupazione è salito al 4,2% nel mese di luglio, dopo il 4,1% di giugno, in linea con le aspettative del mercato.


Questi numeri cancellano l’opinione secondo cui il mercato del lavoro statunitense era resiliente alle minacce tariffarie e ai tassi restrittivi, e potrebbe invece raffreddarsi più rapidamente di quanto inizialmente previsto.
Ecco allora che tornano a crescere le aspettative di tagli dei tassi da parte della FED (soprattutto dopo il voto a favore di una sforbiciata di 2 membri del Fomc nell’ultima riunione), a cominciare dal mese di settembre. I mercati ritengono possibili due tagli dei tassi quest’anno. 


Questo scenario ha bruscamente interrotto il rally del dollaro. Il è crollato sotto quota 99, dopo aver raggiunto il massimo di due mesi di 100 all’inizio della sessione.
Il biglietto verde è sceso pesantemente contro l’euro ( oltre 1,155) dopo che l’inflazione nella UE è aumentata inaspettatamente, favorendo la prospettiva di una BCE aggressiva.

Nel frattempo, è entrato in vigore il nuovo ciclo di dazi reciproci del presidente Trump, che ha portato i dazi medi statunitensi al 15%, mentre la prossima settimana sono previsti aumenti aggressivi delle tariffe per Brasile, Svizzera e India.

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