Nuova forte sforbiciata ai tassi di interesse da parte della Banca di Russia, come si aspettavano i mercati. La CBR ha abbassato il costo del denaro di 200 punti base, portandolo al 18%. L’istituto centrale ha anche segnalato che probabilmente effettuerà un altro taglio dei tassi quest’anno.
Per giustificare questa mossa, l’istituto guidato da Elvira Nabiullina ha sottolineato che le pressioni inflazionistiche si sono sviluppate molto meno del previsto, spingendo quindi la banca ad assumere una posizione più accomodante (sebbene ancora rigida) per rispondere alle preoccupazioni sulla crescita.
Secondo la CBR, la crescita della domanda sta gradualmente rallentando per adattarsi sempre di più alla capacità produttiva dell’economia, e ciò è uno dei principali fattori che frenano l’inflazione.
Inoltre negli ultimi tempi le tensioni sul mercato del lavoro si sono un po’ allentate, anche se la carenza di manodopera resta un fattore di rischio per l’accelerazione dell’inflazione.
Sul fronte valutario, il rublo russo scambia poco sotto la soglia di 80 rispetto al dollaro (), ma ha perso quota dall’inizio del mese, quando era riuscito a raggiungere i massimi di due anni a 76.8.
Tuttavia, il rublo si è apprezzato del 40% circa da inizio anno (l’ scambiava a 114), per via dei controlli sui capitali da parte del Cremlino, del rallentamento dell’economia russa e delle sanzioni dell’Occidente, che hanno continuato a impedire alle imprese nazionali di importare beni e servizi, mettendo sotto pressione la domanda interna di valuta forte. Allo stesso tempo, il tasso di cambio del rublo è influenzato dagli elevati tassi di interesse, che rafforzano l’attrattività degli asset in rublo rispetto a quelli esteri per cittadini e aziende russe.
