L’improvviso attacco preventivo di Israele contro l’Iran ha influenzato pesantemente i mercati finanziari globali. La tensione alle stelle in Medioriente ha infatti creato un clima di avversione al rischio, che ha dato una piccola al dollaro nella veste di bene rifugio.
Israele ha colpito vari siti nucleari iraniani ritenuti minacciosi, impegnandosi a continuare l’operazione fino a quando la minaccia non sarà rimossa. Teheran ha parlato di ‘dichiarazione di guerra‘ rispondendo con attacchi missilistici.
Tutto ciò alimenta l’instabilità nell’area, accrescendo le preoccupazioni riguardo un possibile allargamento del conflitto.
Mentre l’esercito israeliano si prepara a possibili ritorsioni, il presidente Donald Trump ha lanciato un ultimatum all’Iran per accettare un accordo sul nucleare, annunciando che futuri attacchi israeliani potrebbero essere “ancora più brutali”. Intanto i rapporti dell’AIEA hanno trovato l’Iran in violazione dei suoi obblighi secondo il Trattato sulla Non Proliferazione delle Armi nucleari.
Questo scenario estremamente teso ha alimentato la richiesta di beni rifugio, spingendo il sopra 98. Giovedì il biglietto verde era crollato ai minimi di oltre 3 anni, sotto la pressione della crescente incertezza che circonda la posizione commerciale aggressiva del presidente Donald Trump, comprese le rinnovate minacce di dazi unilaterali. Un’ulteriore pressione al ribasso è arrivata dai dati sull’inflazione al consumo e alla produzione più deboli del previsto, che hanno rafforzato le aspettative di ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

















