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Le performance passate non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri o delle performance future
NFP non farm payrolls

Lavoro USA, dati migliori del previsto ma il mercato guarda ai dazi. Index su 102,5

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A marzo sono stati aggiunti 228 mila posti di lavoro nei settori non agricoli (non-farm payrolls). Intanto il tasso di disoccupazione è salito al 4,2%

In mezzo ai feroci timori che la guerra commerciale innescata da Trump possa provocare una recessione, per l’economia USA arrivano segnali positivi dal mercato del lavoro. I dati infatti sono risultati migliori del previsto.

Secondo i dati forniti dal Bureau of Labour Statistics, a marzo sono stati aggiunti 228 mila posti di lavoro nei settori non agricoli (non-farm payrolls), dopo che a febbraio erano state create 117 mila buste paga (dato rivisto da 151 mila). E’ un report migliore delle attese del mercato, che era per 137 mila di posti di lavoro.
Intanto il tasso di disoccupazione è salito al 4,2%, rispetto al 4,1% del mese precedente e atteso dal consensus.
Le retribuzioni medie orarie – alle quali guarda con interesse la FED perché indicano le pressioni inflazionistiche – sono cresciute dello 0,3% su mese e del 3,8% su anno (contro attese per un +0,3 m/m e +3,9% a/a) dopo il +0,2% mensile e il +4% tendenziale registrato a febbraio.


Solitamente questi dati hanno un impatto importante sul mercato valutario, ma in questi giorni gli investitori sono più preoccupati dallo scenario che si profila sul fronte internazionale. La battaglia dei dazi cominciata da Trump rischia infatti di provocare una fiammata dell’inflazione e spingere gli USA verso la recessione.
Oggi il ministro delle Finanze cinese ha annunciato una tariffa del 34% su tutte le importazioni statunitensi, di pari entità al dazio imposto dal presidente Trump mercoledì.


Intanto dopo i l crollo di ieri, il si stabilizza attorno quota 102, in prossimità del minimo di 6 mesi.
A causa della minaccia di una recessione, il mercato ha alzato le probabilità di tagli dei tassi più aggressivi da parte della Federal Reserve. I trader stanno ora valutando una probabilità del 50% di quattro tagli di 25 punti base quest’anno, rispetto ai tre dell’inizio della settimana, con il primo previsto a giugno.

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