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UK, l’inflazione più bassa del previsto agevola i tagli della BoE. GBPUSD in calo

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Dopo il report dell’Office for National Statistics, il mercato si aspetta un calo dei tassi a maggio

L’andamento dell’inflazione nel Regno Unito è leggermente più debole delle previsioni, e questo consente alla Bank of England di programmare un percorso ancora accomodante in politica monetaria.

Secondo il report mensile dell’Office for National Statistics (ONS), a febbraio l’indice dei prezzi al consumo segna +0,4% su base mensile, contro la variazione del -0,1% del mese precedente e il +0,5% atteso dagli analisti. Su base annua, la crescita dell’inflazione è al 2,8%, inferiore al 3% atteso che è anche il dato di gennaio (ma in linea con le proiezioni della Banca d’Inghilterra).
Riguardo all’inflazione core, ossia senza le componenti più volatili quali cibo e carburanti, c’è stata una crescita dello 0,4% su base mensile, dopo il -0,4% a gennaio e contro le attese per +0,5%. Su base annua invece la crescita è al 3,5%, inferiore al 3,6% atteso e al 3,7% del mese precedente.


Nell’illustrare il bilancio di di primavera, il ministro delle finanze Reeves ha dichiarato che l’inflazione dovrebbe essere in media del 3,2% nel 2025, rispetto al 2,6% previsto in ottobre. Nel frattempo, le previsioni di crescita del 2025 sono state ridotte all’1% dal 2%.

Il report sull’inflazione ha contribuito al calo della sterlina, che è scivolata al di sotto di 1,29 rispetto al dollaro (), arrivando al livello più basso in quasi due settimane.

I dati più morbidi del previsto infatti supportano la convinzione che la BoE taglierà i tassi a maggio (il mercato gli dà una probabilità del 70%). Tuttavia, rimane l’incertezza dovuta alle politiche tariffarie di Trump.
Intanto il rendimento GILT a 10 anni del Regno Unito è sceso inferiore al 4,75%.

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