Nonostante le turbolenze che stanno interessando i mercati finanziari, il Real brasiliano continua a viaggiare spedito rispetto al dollaro, tanto da raggiungere i massimi di circa due mesi ( a 5,75).
E’ da inizio anno che la valuta sudamericana ha invertito la rotta rispetto al biglietto verde, sostenuta da fattori di politica monetaria e geopolitici.
Settimana scorsa la Banca centrale del Brasile ha aumentato il tasso Selic di 100 bps, portandolo al 13,25%. La banca ha indicato che è prevista un’altra stretta di 100 bps nella riunione di marzo, a causa delle pressioni inflazionistiche, in particolare nel cibo e nell’energia.
Le aspettative di inflazione per il 2025 e il 2026 sono aumentate in modo significativo, rispettivamente al 5,5% e al 4,2%.
Allo stesso tempo il comitato ha riconosciuto che ci sono rischi di rallentamento economico, alimentati dall’escalation di tensione commerciale USA-Cina. Il conseguente calo dei prezzi delle materie prime, con il petrolio tra i più colpiti, ha minacciato le entrate commerciali e le esportazioni del Brasile.
Ecco perché la notizia che Trump e il collega cinese XI dovrebbero discutere della situazione per evitate un’ulteriore escalation, oltre al fatto che Trump ha rinviato di un mese le tariffe del 25% su Messico e Canada per un mese, hanno rincuorato i mercati indebolendo un po’ il dollaro.
Il cambio scende così sotto quota 5,8, e dopo aver tagliato la Ema50 si sta dirigendo verso la media mobile a 200 periodi. Tuttavia la coppia valutari deve affrontare un supporto statico a quota 5,75, dove già a novembre scorso ci fu forte tensione tra rialzisti e ribassisti.

















