Il 2025 comincia all’insegna della debolezza per l’euro, che scivola sui minimi di oltre 2 anni rispetto al dollaro. Le preoccupazioni sul futuro economico della Eurozona e l’atteggiamento accomodante della BCE stanno creando pressione sulla valuta unica.
L’Europa deve far fronte ad aspettative di crescita contenute, con instabilità politica e problemi strutturali in Germania e Francia.
Oggi il PMI manifatturiero dell’Eurozona è sceso a 45,1, segnando il calo più marcato dell’attività manifatturiera in tre mesi e prolungando la fase di contrazione che dura ormai da due anni.
Sulla Eurozona pesano anche i timori riguardo alle potenziali tariffe commerciali di Trump, che aumentano i rischi di una guerra commerciale e offuscano ulteriormente le prospettive dell’Europa.
Nel frattempo, l’atteggiamento accomodante della Banca Centrale Europea non sta dando supporto all’euro, che è sceso a 1,032 dollari (), livello più debole da novembre 2022.
Sul fronte americano, si prevede invece che la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse in modo meno aggressivo del previsto a causa dei rischi inflazionistici derivanti dalle politiche di Trump.

















