Come previsto dai mercati, la Banca del Messico ha abbassato di 25 pb il tasso di interesse di riferimento, portandolo al 10,25% nel meeting di novembre, dopo che i dati sull’inflazione sono stati in linea con le aspettative.
Nel mese di ottobre l’inflazione complessiva è salita al 4,76% (era 4,66% a settembre) a causa degli shock dell’offerta. Tuttavia l’inflazione core è scesa al 3,8%. Secondo l’istituto centrale, le aspettative di inflazione a lungo termine rimangono stabili e questo ha consentito alla banca di allentare ancora la politica monetaria, visto il miglioramento delle tendenze dell’inflazione core.
Tuttavia la Banxico conserva una certa cautela, perché persistono i rischi di un’inflazione core vischiosa e anche quelli di un potenziale deprezzamento della valuta.
Dal momento che il percorso dei tagli al costo del denaro potrebbe essere meno fluido del previsto, il peso messicano ha guadagnato un po’ di terreno rispetto al dollaro ( sotto 20,5) dopo che nei giorni scorsi era tornato sui massimi da luglio 2022.
La pressione sul peso è cresciuta dopo l’elezione di Trump, perché la minaccia di politiche protezionistiche da parte del principale partner commerciale ha messo sotto pressione le prospettive per le esportazioni messicane e gli afflussi di valuta estera.
A tal proposito non aiutano i rumors secondo i quali Robert Lighthizer, fortemente protezionista, potrebbe essere scelto di nuovo dal presidente eletto Donald Trump nel suo nuovo governo.

















