L’azione contemporanea di tre fattori ha spinto il dollaro di Hong Kong sui massimi di oltre due anni e mezzo nei confronti dell’USD. Si tratta delle aspettative sui costi di finanziamento, della crescita di domanda stagionale di liquidità e infine la rinnovata tensione sul fronte mediorientale.
La spinta al dollaro HKD
Il primo fattore di spinta sono le aspettative che i costi di prestito aumenteranno, a causa della domanda stagionale di liquidità innescate dal periodo festivo (a fine mese c’è il Capodanno lunare).
Anche il continuo afflusso di capitali continentali nei titoli della piazza di Hong Kong ha offerto supporto alla valuta hongkongese (Gli investitori continentali hanno acquistato azioni per il 35° giorno consecutivo venerdì attraverso lo stock connect, la più lunga serie di acquisti da settembre).
Infine, i guadagni sono stati supportati anche dagli investitori in cerca di beni rifugio tra le crescenti tensioni in Medio Oriente.
Cambio USDHKD sui minimi di due anni e mezzo
Questi fattori hanno agito da volano per la valuta hongkonghese, che ha vissuto il più grande rally mensile dal 2008. Il cambio USDHKD è sceso anche sotto quota 7.78, mai così basso da aprile 2017, come possiamo vedere sulla piattaforma .
Come si vede, lo sprint recente – cominciato a ottobre – ha allontanato l’HKD dalla zona 7,85 dove è stato per la maggior parte degli ultimi due anni.
Questa zona ha funto ripetutamente da resistenza ed era stata toccata l’ultima volta al culmine delle proteste di piazza che hanno paralizzato la nazione asiatica (contemporaneamente era ancora vivo il timore di una nuova recrudescenza della guerra dei dazi USA-Cina), che aveva spinto gli investitori a ritirare denaro dal paese. Questo aveva costretto l’Hong Kong Monetary Authority ad intervenire, per mantenere il cambio USDHKD in una stretta fascia (1%) compresa tra 7,750-7,850.