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Gran Bretagna, inflazione più su del previsto. Il mercato punisce la sterlina

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I mercati sono spaventati dalle possibili conseguenze che la Brexit potrebbe avere per l’economia britannica nel lungo periodo

Continua a salire l’inflazione in Gran Bretagna, viaggiando anche oltre le aspettative. Secondo l’ultimo report rilasciato dalla Bank of England (BoE), l’inflazione sale del 2,7%, molto oltre il target (2%) e in misura maggiore sia del dato precedente (2,3%) che delle aspettative degli analisti (2,6%).
Su base mensile invece l’aumento è stato del 0,5% rispetto alla stima degli analisti di una variazione del 0,4%. Anche l’indice dei prezzi al dettaglio su base annuale è andato oltre le attese.

Questo sembra rendere sempre più necessaria l’ipotesi di un intervento della BoE per ridimensionare la crescita dei prezzi al consumo. Del resto una pressione in tal senso la si avverte già da diverso tempo, ma finora la BoE si è mantenuta molto cauta, tant’è che pochi giorni fa ha deciso di confermare i tassi allo 0,25%, ed anche il piano di acquisto di asset (435 miliardi di sterline).
Non solo, ha ribadito che prima del 2019 non verranno toccati i tassi.

Proprio l’effetto congiunto dell’atteggiamento della BoE e dei dati di oggi, ha innescato la reazione del mercato che ha punito il pound. Se il cross è andato benino salendo a 1,2916 (+0,17%), il cambio è invece volato a quota 0,8577 (la sterlina perde quasi un punto percentuale), così come il cross segna 146,25 (-0,33%).

La reazione dei mercati trova la spiegazione proprio nelle parole pronunciate dal Governatore BoE Carney appena pochi giorni fa: la debolezza della sterlina post-Brexit è il primo driver dell’inflazione in aumento. La Brexit è quindi la radice di tutto.
Dal giorno del referendum l’inflazione è andata in costante crescita a causa del deprezzamento subito dalla sterlina. Questo ha reso più costosi i beni importati dall’estero, con inevitabili ripercussioni sul prezzo finale e sui consumi, e in definitiva sulla crescita dell’economia.

I mercati sono spaventati dalle possibili conseguenze che la Brexit potrebbe avere per l’economia britannica nel lungo periodo, delle quali l’inflazione è una spia importante. In questo senso la raffica di dati macro in uscita in questi giorni saranno una “sentinella” dello stato di salute dell’economia britannica, e potrebbero generare grossa volatilità per il pound sul mercato valutario.

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