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L’inflazione spaventa la Turchia (11,29%). La CBRT alzerà finalmente il tasso di interesse?

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CPI salito a 11,29%. Già sul finire di gennaio i mercati si aspettavano un rialzo dei tassi, che invece non è arrivato

Continua a risalire l’inflazione in Turchia. Nell’ultimo report, il TURKSTAT (Turkish Statistical Institute) ha evidenziato che il valore del CPI Turco é salito a quota 11,29% rispetto al precedente 10,13%, e contro le attese pari a 10,80%. E’ la quarta volta di fila che il dato primario sale ancora (a marzo era passato da 9,22% a 10,13%).
Il CPI destagionalizzato è salito a 1,02% da 0,81% nel mese precedente. Gli analisti si aspettavano che il valore per CPI Turco un incremento di 0,60% il mese scorso.

Salgono intanto le esportazioni, che secondo il Turkish Statistical Institute sono passate da quota 11,30B (a gennaio erano state 10,53B) fino ad arrivare a 13,62B.

L’elemento chiave che catalizza l’attenzione è l’inflazione. La banca centrale turca CBRT è lontanissima dal target del 5%, ma nonostante questo l’ultima mossa sui tassi è avvenuta a novembre, quando il governatore Murat Cetinkaya ha alzato il tasso portandolo fino all’8%.

Già sul finire di gennaio i mercati si aspettavano un rialzo dei tassi, che invece non è arrivato. A metà marzo invece la CBRT ha cambiato solo le condizioni del Late Liquidity Window (ovvero quelle nella sua veste di prestatore di ultima istanza alle banche per dare loro liquidità), portando il tasso a 11,7% rispetto al precedente 11%.

La pressione del governo è invece orientata verso tassi d’interesse relativamente bassi, ma ciò indebolirebbe la lira spingendo ancora più in alto i prezzi delle materie prime e quindi l’inflazione. Finora la banca centrale turca si è limitata all’utilizzo di strumenti “alternativi” alla stretta monetaria, come appunto l’aumento del tasso di rifinanziamento overnight per allentare la morsa speculativa sulla lira e la crescita del cambio USDTRY.

Finora questa strategia ha parzialmente funzionato, ma è chiaro che non potrà essere portata avanti ancora a lungo, perché gli investitori probabilmente eviteranno la Turchia finché non avranno maggiori dettagli sulle prospettive d’investimento.

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