La frenata dell’economia cinese (debole lettura del PIL) si fa sentire sulle borse europee, che vanno in calo in avvio di settimana (anche perché nel pomeriggio pure i dati USA sono deludenti).
A frenare i mercati sono anche il ritorno dei timori legati all’inflazione, con rendimenti dei titoli di Stato nuovamente in salita.
Male Piazza Affari, complice anche l’effetto cedole che ha pesato per lo 0,59% sull’intero . L’indice ha chiuso le contrattazioni in calo dello 0,83% a quota 26.268,62 punti.
Lo stacco cedole penalizza quattro big: Generali, Intesa Sanpaolo (-3,2%), Unipol (-4,7%) e Banca Mediolanum (-7,4%), tutte in coda all’Ftse Mib.
Tra le banche viaggia bene invece Banco BPM (+2,18%) grazie alle ultime indiscrezioni sul possibile interesse di UniCredit. In rialzo anche Bper (+1,58%), mentre ha ceduto l’1% circa Unicredit.
Tra i segni più spicca invece ENI (+0,23% a 12,236 euro) che aggiorna i massimi a 20 mesi con il petrolio che si mantiene sui massimi.
Ancora vendite su Leonardo (-0,8%), già sotto pressione nelle ultime sedute per le forniture di pezzi difettosi a Boeing.
Mele anche oggi Telecom Italia (-0,92%) malgrado il Ceo Luigi Gubitosi ritenga le azioni sottovalutate.
In rosso i titoli industriali, in particolare la galassia Agnelli, con la holding Exor che perde l’1,6% mentre Stellantis cede l’1,8%.
Nel Vecchio Continente si concentrano le vendite sul di Francoforte, che soffre un calo dello 0,72%. Discesa modesta per Londra, -0,42%, male anche Parigi, -0,81%.
Wall Street contrastata dopo il rally di settimana scorsa. Lo segna +0,34%, il -0,10% mentre il +0,84%.