La Federal Reserve vara la prima stretta dal 2018. Come era previsto, l’istituto centrale americano ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli nel range 0,25%-0,5%.
Il FOMC ha deciso di ridurre le proprie partecipazioni in titoli del Tesoro e titoli di debito in una prossima riunione.
La Fed ora vede rialzi dei tassi in ciascuna delle sei riunioni rimanenti quest’anno, con il tasso sui fondi federali che raggiunge l’1,9% entro la fine dell’anno.
Si era capito da un po’ di tempo che il primo ritocco sarebbe stato contenuto, perché anche se l’inflazione continua a mordere, la situazione è resa assai più incerta dal conflitto scoppiato in Ucraina.
La FED vede una inflazione in forte aumento al 4,3% nel 2022 (2,6% nella proiezione di dicembre), mentre l’economia è cresciuta del 2,8% quest’anno, ben al di sotto del 4% visto a dicembre.
Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, la banca centrale ha osservato che le implicazioni per l’economia statunitense sono molto incerte, ma è probabile che crei ulteriori pressioni al rialzo sull’inflazione e peserà sull’attività economica.
In conferenza stampa, Powell ha detto che “l’economia americana è molto forte e ben posizionata per gestire una politica monetaria più restrittiva” e la probabilità di una recessione “non è particolarmente elevata“.
Dopo il meeting di politica monetaria della banca centrale, il dollaro si è mosso poco. Il Dollar Index viaggia sui 99, rimanendo comunque vicino ai massimi di 21 mesi.
Il rendimento del titolo di riferimento del Tesoro statunitense a 10 anni è sceso al 2,19%, dopo essere tornato sui massimi di quasi 2 anni a 2,24%.