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Russia, la CBR alza i tassi ma la crisi ucraina frena il Rublo

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Stretta di 100 punti base: la mossa della Bank Rossii risponde all’esigenza di domare l’inflazione elevata

Al termine del meeting di politica monetaria, la Banca centrale di Russia ha alzato il tasso di riferimento di 100 punti base, portandolo al 9,5%. Si tratta del livello più alto da marzo 2017.
L’istituto centrale ha inoltre tenuto aperta la prospettiva di un ulteriore aumento del tasso chiave nei suoi prossimi incontri.

La mossa della Bank Rossii risponde all’esigenza di domare l’inflazione elevata, e ridare ossigendo al Rublo che è stato colpito dalla crisi ucraina.
Sulla base delle previsioni della Banca, l’inflazione annua si ridurrà al 5,0-6,0% nel 2022 per tornare verso l’obiettivo (4%) a metà del 2023.
I responsabili politici vedono il tasso chiave nell’intervallo 9-11% nel 2022, al di sopra delle stime precedenti del 7,3-8,3%.


Nel frattempo, le tensioni geopolitiche in Ucraina continuano a esercitare pressioni sul mercato obbligazionario. Il segretario di Stato americano Blinken ha affermato che Washington vede chiari segni di escalation e che un’invasione potrebbe verificarsi in qualsiasi momento, nonostante i colloqui in corso tra il Cremlino e gli stati occidentali.

In questo clima, il Rublo è sceso al minimo di una settimana contro il dollaro.
Il cambio USDRUB infatti viaggia su quota 76, anche nel contesto di una politica più restrittiva da parte della Federal Reserve.
Dopo la decisione della Bank Rossii, il rendimento del titolo del tesoro a 10 anni è rimbalzato al 9,5%, il più alto in due settimane.

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