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PETROLIO, scatto sulle tensioni geopolitiche. Brent e WTI al top di 7 anni

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Il prezzo del barile corre dopo le tensioni scoppiate in Medioriente tra Emirati Arabi e Yemen

Questioni geopolitiche e sprint della domanda mettono le ali al prezzo del petrolio, che ha toccato il livello più alto degli ultimi sette anni spaventando per le possibili ripercussioni che potrebbe avere sulle già forti tendenze inflattive.

In giornata il Brent ha raggiunto anche gli 88 dollari al barile, mentre il WTI era arrivato a mettere il muso oltre gli 85.

Come detto, le tensioni geopolitiche sono la prima causa dello scatto. Come se non bastassero tra UE e Russia per la persistente minaccia di un’invasione dell’Ucraina, scoppiano anche i problemi in Medioriente.

Gli Emirati Arabi Uniti, la terza più grande produzione dell’OPEC, hanno sferrato attacchi aerei su Sanaa, capitale dello Yemen controllata dagli Houthi, che il giorno prima avevano fatto esplodere tre cisterne di petrolio ad Abu Dhabi (hanno perso la vita anche tre persone).

Sul lato dell’offerta incidono anche i problemi di alcuni paesi membri dell’OPEC+, che non riescono a raggiungere le capacità consentite dall’accordo a causa di investimenti insufficienti e interruzioni.
Sul prezzo del barile si sente anche l’effetto della crescita della domanda di carburante (l’Opec ha parlato di domanda più forte del previsto negli ultimi tre mesi del 2021), nonostante i problemi legati alla variante Omicron del Covid-19.
Dall’inizio dell’anno le quotazioni del petrolio sono salite di circa il 13%.

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