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Powell conferma che la FED sarà hawkish, ma il dollaro marcia blando

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L’attenzione dei mercati si rivolge a domani, quando verrà reso noto l’IPC core degli Stati Uniti.

L’audizione di Powell in commissione Bancaria del Senato (per la sua nomina per un secondo mandato alla guida della Fed) conferma le aspettative di una FED aggressiva, dal momento che “l’economia non ha più bisogno di una politica monetaria tanto espansiva“.

Il presidente della Fed ha affermato che ci sarà una lunga strada da percorrere prima di tornare alla normalità, e le pressioni inflazionistiche dureranno fino alla metà del 2022. La FED risponderà a questa fiammata alzando i tassi di interesse, forse più rapidamente di quanto atteso. E “se saranno necessari aumenti più aggressivi dei tassi per raffreddare l’inflazione, la Fed li farà“.
La banca centrale chiuderà gli acquisti di attività a marzo, come già annunciato a dicembre, per riportare l’inflazione al livello target ed evitare che si radichi nell’economia.
Tuttavia, la riduzione del bilancio federale potrebbe iniziare più tardi nel corso del 2022, smettendo di reinvestire i bond che giungono a scadenza.

Le dichiarazioni di Powell non hanno scosso il dollaro, che ha vissuto una giornata blanda.
L’indice del biglietto verde si è indebolito al di sotto di 95,7, mentre il cambio EURUSD resta sopra 1,13.
Intanto si placa la corsa del rendimento dei Treasuries a 10 anni, che lunedì ha raggiunto il massimo da quasi 2 anni sopra l’1,8%, guidato dalle crescenti aspettative di un inasprimento più aggressivo della politica da parte della banca centrale.

L’attenzione dei mercati si rivolge a domani, quando verrà reso noto l’IPC core degli Stati Uniti. Secondo le aspettative, dovrebbe aumentare del 5,4% a dicembre, il più alto degli ultimi decenni, e dal 4,9% del mese precedente.

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