Home
BCE banca centrale europea

La BCE conferma i tassi e cancella l’estensione QE. Eur-Usd in frenata

Scritto da -

Secondo Draghi il protezionismo commerciale potrebbe avere effetti negativi sia sull'inflazione che sulla produzione

L’appuntamento con la BCE si è trasformato in una bella zavorra per l’euro, che è andato in retromarcia sui mercati valutari. Verso ora di pranzo l’Eurotower ha comunicato il mantenimento del tasso di interesse al minimo storico, pubblicando la nota ufficiale sulla politica monetaria dell’Eurozona.

Da Francoforte è arrivata la conferma delle strategie già annunciate, ovvero si andrà avanti con il quantitative easing fino a settembre. Insomma la necessità di un sostegno monetario alla ripresa rimane, soprattutto a causa della debole dinamica inflattiva. Sparisce però ogni riferimento a un eventuale modifica del piano acquisti in caso di necessità (Il Quantitative Easing attualmente previsto è di 30 miliardi di euro al mese fino a settembre 2018).
Circa i tassi d’interesse, è stato altresì confermato che non verranno toccati fin dopo che non sarà conclusa l’esperienza del piano acquisto titoli.

L’Eurotower ha alzato le stime sulla crescita del Pil, indicando per quest’anno un +2,4% (+2,3% la stima precedente) e nel 2019 una frenata al +1,9%. Nel 2020 altra frenata a +1,7%.
Relativamente all’inflazione, dovrebbe restare attorno all’1,5% per il resto dell’anno. Per il 2018 e il 2019 gli esperti dell’Eurotower indicano un +1,4%, mentre nel 2020 dovrebbe salire all’1,7%.
Ricordiamo che il target comunitario è al 2%.

Mario Draghi, nella consueta conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio Direttivo, ha evidenziato che alcuni membri del board sono più fiduciosi di altri, ma che esiste una preoccupazione per l’incertezza che ruota attorno alla crescita dell’output e al mercato del lavoro. Inoltre il protezionismo commerciale “potrebbe avere effetti negativi sia sull’inflazione che sulla produzione”, provocando un rallentamento della crescita economica.

Per l’euro la giornata non è positiva. Il cambio EurUsd ha avuto dapprima un sussulto positivo, ma poi da quota 1,244 (livelli che non si vedevano da fine gennaio) ha cominciato a scendere rapidamente verso 1,233. Sono quindi prevalse le vendite. Vanno in discesa anche l’eurgbp (0,8919 con -0,1%) e l’eurjpy (130,88 con -0,6%).

Non è possibile commentare questo post.

IN EVIDENZA