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Verbali RBA confermano la crescita, ma la politica rimarrà accomodante. Aud-Usd a 0,791

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Secondo quanto si legge sui verbali della RBA, è improbabile che i tassi d'interesse aumentino presto

La RBA è rimasta molto colpita dall’andamento dell’economia australiana. Lo conferma la lettura dei verbali dell’ultimo meeting di politica monetaria (6 febbraio). L’attività globale, i prezzi delle materie prime, la fiducia / le condizioni delle imprese e il mercato del lavoro marciano tutti meglio di quanto la Banca si aspettasse.

Riguardo l’inflazione (l’ultima rilevazione è all’1,9%), la RBA ha sottolineato di aspettarsi degli ulteriori progressi graduali, anche se il tasso di cambio che si apprezza potrebbe rallentare la crescita dell’IPC. Insomma, l’aussie troppo forte potrebbe pesare negativamente sulla crescita dei prezzi al consumo (nell’ultimo trimestre il cross AudUsd ha guadagnato circa il 5%).

Nel corso dell’ultima riunione, la RBA ha mantenuto il suo tasso di riferimento all’1,50%. La banca aveva ridotto il tasso di 25 punti base in agosto e maggio dello scorso anno. La RBA ha lasciato intendere che l’attuale politica accomodante rimane ancora coerente con la crescita sostenibile dell’economia e il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione nel tempo. Quindi è improbabile che i tassi d’interesse aumentino presto.

Sotto il profilo valutario, dopo qualche giorni in cui gli acquisti hanno sostenuto il dollaro americano, l’Aussie (AudUsd) è tornato a mettere nel mirino la soglia di 0,80 (attualmente siamo a 0,791).

Occhio soprattutto ai dati in uscita sulla crescita salariale (tasto dolente malgrado gli oltre 400 mila nuovi posti nel 2017 e la disoccupazione al 5,5%, vicina alla piena occupazione); un segno di slancio potrebbe spingere il dollaro australiano.

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