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India, la RBI conferma il costo del denaro. La coppia Usd-Inr marcia in lieve rialzo

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Magari nel secondo semestre potremmo assistere a una retorica più aggressiva da parte dell'RBI

Con 5 voti favorevoli e un solo contrario (quello del “falco” Michael Patra) all’interno del Monetary Policy Committee, la RBI indiana ha deciso di lasciare il tasso repo invariato al 6,00% come era previsto.
La scelta della Reserve Bank of India è motivata dai rischi sull’andamento dell’inflazione, che potrebbe muoversi al rialzo rimanendo oltre il target medio del 4%. L’ultima rilevazione pone l’indice dei prezzi al consumo al 5,21% (la prossima rilevazione è attesa settimana prossima). La banca centrale ha ridotto inoltre la proiezione della crescita economica al 6,6 per cento per il 2017-18 dal 6,7 per cento.

Il costo del denaro rimane quindi al livello più basso dal 2010, che venne toccato grazie al taglio fatto ad agosto scorso. Difficilmente il superamento dell’obiettivo di inflazione comporterà un cambiamento nella politica della RBI, a meno che il superamento non diventi consistente.

Ricordiamo che un paio di mesi fa la RBI sostenne che fattori transitori e strutturali possono ancora spingere la deflazione.
Nel caso in cui i prezzi al consumo dovessero rimanere entro un rialzo accettabile, è presumibile che i tassi ufficiali rimarranno fermi fino al prossimo anno. Magari nel secondo semestre potremmo assistere a una retorica più aggressiva da parte dell’RBI, in preparazione a un aumento futuro del costo del denaro.

Sul mercato valutario, la rupia oggi si va deprezzando leggermente contro il dollaro USA.
La coppia UsdInr viaggia verso 64,38. Tuttavia, la debolezza del dollaro ha aiutato la valuta indiana a limitare le perdite, anche se alcuni analisti ipotizzano che nelle prossime settimane possa esserci un nuovo strappo al rialzo del biglietto verde.

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