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Draghi e la Germania zavorrano l’euro. Avvio di settimana fiacco

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Si fermano le trattative per creare il nuovo governo tedesco. Intanto la BCE conferma l'atteggiamento molto prudente

E’ cominciata con uno scossone la settimana dell’euro sui mercati valutari. A dire il vero è andata anche meglio di come ci si potesse aspettare. Dalla Germania è giunta la notizia che le trattative per la formazione del nuovo Governo (già in ritardo) si sono arenate di fronte all’addio al tavolo dei negoziati del partito FDP.
Il fallimento delle trattative potrebbe provocare tre conseguenze: il ritorno a una grande coalizione, un governo di minoranza o il voto anticipato.

Il fatto che anche la Germania abbia “scoperto” l’instabilità politica non ha provocato lo scossone temuto a inizio giornata, quando l’euro è stato sommerso dalle vendite.
Le cose infatti si sono parzialmente aggiustate strada facendo, anche se in seguito ci ha pensato anche Mario Draghi a dare una piccola spallata.

Nell’audizione di questo pomeriggio a Bruxelles, il banchiere centrale ha peraltro anche di politica monetaria, confermando l’intenzione di mantenere stabile il costo del denaro per un bel po’ ancora. Un periodo che si estenderà “ben oltre l’orizzonte segnato dall’acquisto di titoli sui mercato”.
Il motivo di tanta prudenza è sempre lo stesso: “Nonostante la ripresa solida, le dinamiche dell’inflazione devono ancora mostrare segni convincenti di un andamento al rialzo che sia sostenibile”.

Come detto, la valuta unica ha subito perdite più o meno lievi nel corso della giornata. Nel pomeriggio la BCE ha comunicato i cambi di riferimento. è stato fissato a 1,1781. Il cross a 132,1 mentre la coppia a 0,8894 e a 1,1676.

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