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Petrolio, balzo a sorpresa delle scorte. WTI e Brent perdono quota

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L'EIA ha reso noto che le scorte strategiche di petrolio sono aumentate di 2,23 milioni di barili

Giornata negativa per il petrolio sui mercati. Sia Brent che WTI sono in netto calo, e i dati sulle scorte settimanali che giungono dagli USA aumentano la pressione. Il Dipartimento dell’energia (Energy Information Administration) ha infatti reso noto che nell’ultima settimana le scorte strategiche di petrolio sono aumentate di 2,23 milioni di barili. Il dato risulta sorprendente per gli analisti, che si attendevano un nuovo calo più o meno dello stesso ammontare. Le riserve strategiche di petrolio sono diminuite a 669,9 da 671,4 MBG.

Sono invece scese le scorte di benzina e distillati. Le prime sono diminuite di 3,31 milioni di barili, a fronte della previsione di un calo di 1,9 milioni di barili, mentre gli stocks di distillati hanno registrato una contrazione di 3,35 milioni di barili, deludendo le stime degli analisti che vedevano un ribasso di 1 milione di barili.

Ieri l’American Petroleum Institute aveva stimato un calo settimanale delle scorte di petrolio negli Stati Uniti di 1,562 milioni di barili, mentre dopo la diffusione del report il petrolio ha accentuato la seduta negativa. Sull’Ice infatti il future sul Brent si riporta a 63,13 dollari al barile, mentre il derivato sul torna a 56,58 dollari (fonte grafica broker ).

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Il mercato petrolifero è tutto concentrato sul prossimo appuntamento Opec/Non Opec del prossimo 30 novembre, che dovrebbe determinare il prolungamento dei tagli produttivi oltre la primavera del 2018.

Vanno anche ricordati due aspetti: il cartello ha manifestato una certa preoccupazione per via del fatto che la domanda sta rallentando, visto che i Paesi che non fanno parte del cartello stanno continuando a produrre (ad esempio il Brasile s’è posto l’obiettivo di raddoppiare in dieci anni il proprio output di greggio, oggi pari a 2,65 milioni di barili al giorno). Inoltre nell’ultima edizione del “World Oil Outlook” è stato riconosciuto che lo shale oil minaccia la domanda petrolifera così come la diffusione nel prossimo futuro dell’auto elettrica.

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