L’atteso dato sul lavoro USA alla fine è positivo, pur non brillando. Vero è che il Non farm Payrolls non centra le aspettative (313mila) ma comunque arriva a un 261mila che rappresenta la crescita dei nuovi posti di lavoro più forte in un anno. C’è stato quindi il rimbalzo dai valori di settembre, risultati deboli per gli effetti del passaggio degli uragani Harvey e Irma.
A far vedere il bicchiere decisamente mezzo pieno contribuiscono altri fattori. Anzitutto il Governo USA ha rivisto al rialzo i numeri di settembre dal calo -33.000 di posti di lavoro inizialmente riportato, a +18.000 unità. Come se non bastasse, la disoccupazione arriva al 4,1%, minimo dal 2000.
I numeri dell’occupazione mettono in evidenza un mercato del lavoro che rimane solido, anche se c’è un tasto dolente che riguarda i salari orari, che sono scesi di 1 centesimo (crescita annua al 2,4%, rispetto al +2,7% stimato dagli analisti).
Sul mercato dei cambi questi dati hanno messo un freno all’ascesa del dollaro. Il biglietto verde – che era in guadagno prima dei report – di fatto poi si è stabilizzato contro l’euro verso 1,160 ().
Stesso discorso riguardo alla major tra la valuta Usa e lo yen (), che si è fermata verso quota 114,3 dopo un forte rialzo in mattinata.
Ad ogni modo i dati odierni rendono molto più probabile che la Federal Reserve possa operare un nuovo rialzo dei tassi a dicembre.
