Il dato "core" (depurato cioè delle componenti più volatili) sale dell'1,8% su base annua; malgrado la crescita dello 0,6% sequenziale nel terzo trimestre, siamo sotto anche in questo caso allo 0,8% del consensus.
Si tratta del terzo calo consecutivo dell'inflazione, il che supporta l'atteggiamento molto dovish che sta assumendo la Royal Bank of Australia - RBA (tassi al minimo storico dell'1,5%, ultimo ritocco del costo del denaro ad agosto 2016, con un taglio dello 0,25%).
L'istituto centrale poche settimane fa ribadì che la politica monetaria non sarebbe cambiata, malgrado il miglioramento dello stato dell'economia (le previsioni di crescita sono circa al 3% per i prossimi anni), anche a causa della dinamica calante dell'inflazione.
Sul fronte valutario, l'Aussie accusa pesanti perdite contro il dollaro.
Il cross AudUsd viaggia poco sopra 0,77, ed ha appena varcato la media mobile a 200 periodi. Se questo test dovesse essere superato, sarà il segnale che l'attuale tendenza al ribasso potrebbe essere ancora decisa (fonte grafica broker ).

La valuta australiana perde quota anche nei confronti dell'euro (EurAud +0,77%) nonché dollaro Kiwi (AudNzd -0,64%) e dollaro canadese. In tutti i casi siamo oltre il mezzo punto percentuale di deprezzamento.
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