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Cina, calo a sorpresa per l’inflazione. Torna l’incubo della PBOC

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Secondo l'Ufficio nazionale di statistica di Pechino i prezzi al consumo sono scesi a 1,4% (da 1,5%)

L’inflazione continua ad essere il grave problema della Cina. Questa mattina l’istituto di statistica cinese ha infatti reso noto il dato del mese di luglio, evidenziando un calo a sorpresa dell’inflazione, che scende a 1,4% (da 1,5%). Gli analisti si attendevano un dato invariato rispetto al precedente.
Il dato resta ampiamente lontano dal target di Pechino del 3% per l’intero 2017.

Nel mese di luglio il tasso è aumentato dello 0,1% contro il -0,2% di giugno. La discesa è stata evidente nella componente dei prezzi dei prodotti alimentari, in calo dell’1,1%. I prezzi non alimentari sono invece cresciuti del 2% sull’anno.
Secondo l’Ufficio nazionale di statistica di Pechino, la crescita dei prezzi alla produzione invece è rimasta stabile a giugno al 5,5% annuo, in linea con il consensus. Si tratta dell’undicesimo mese consecutivo di espansione (ovvero di valori oltre 50) dopo una striscia di 54 mesi di declino.

Ricordiamo che a giugno, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha aumentato il target di crescita del PIL cinese del 2017 a 6,7% (Il Pil nel secondo trimestre è salito del 6,9%, meglio delle stime degli analisti), esortando però il governo cinese ad accelerare i progressi della riforma per “garantire la stabilità a medio termine”.

Sotto il profilo valutario, lo Yuan in mattinata va in aumento contro il dollaro. Il cross viaggia a quota 6,68, come possiamo vedere sulla piattaforma del broker .

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E’ dalla fine di maggio che la valuta cinese sta progressivamente conquistando terreno contro il biglietto verde (in questo periodo ha guadagnato il 3%).
Ricordiamo che la Banca centrale della Cina ha iniettato 140 miliardi di yuan (20,68 miliardi di dollari) sul mercato interbancario, la più importante manovra di questo tipo dallo scorso 6 giugno. L’istituto centrale non muove il tasso dal 2015 – quando lo portò al 4,35% – e si è a lungo impegnato per non indebolire lo Yuan.

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