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Cina, l’inflazione migliora ma il cross UsdCny rimane stabile attorno 6,80

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Nonostante la ripresa va detto che siamo ancora distanti dal target 3% fissato dalla PBOC

La settimana si chiude in modo positivo per la Cina, che può brindare ad una altro aumento dell’inflazione (si tratta del quarto consecutivo, dopo il crollo di febbraio). Secondo i dati diffusi dall’Ufficio Nazionale di statistica infatti, a maggio l’inflazione è cresciuta dell’1,5%, in linea con le aspettative di mercato ma in aumento rispetto all’1,2 precedente.

L’indice dei prezzi alla produzione è al 5,5%, in calo per il terzo mese consecutivo. Questo per via del declino persistente dei prezzi dei minerali di ferro e del carbone (sottolineiamo che l’inflazione PPI è guidata dall’industria mineraria e pesante). Gli analisti avevano previsto un’inflazione dei prezzi della produzione a maggio del 5,7%.

Riguardo i prezzi al consumo, nonostante la ripresa va detto che siamo ancora distanti dal target fissato dalla PBOC, che è al 3% (un tasso simile non si vede dal lontano 2013). Inoltre la dinamica dei prezzi alla produzione e delle materie prime fanno intravedere uno scenario ancora blando per l’economia cinese.

Sul mercato valutario il rapporto dollaro-yuan (UsdCny) è sostanzialmente stabile a 6,80, dopo un lieve calo che si è concretizzato nell’ultima settimana di maggio. Durante il mese di aprile invece questo cross si era molto sensibilmente al rialzo. Ricordiamo che la People’s Bank of China ha ritoccato il tasso l’ultima volta al ribasso nel lontano 2015, portandolo al 4,35%.

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