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Turchia, l’inflazione torna a scendere. Il cross UsdTry testa il supporto a 3,50

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I prezzi al consumo scendono all'11,72%. E' il primo calo dopo sette mesi di rialzi continui

Arrivano buone notizie sul fronte macro dalla Turchia. Dopo essere andata in salita per molti mesi i prezzi al consumo hanno fatto segnare una lieve discesa.
L’inflazione infatti si porta a 11,72%, poco al di sotto del dato precedente (11,87%) ma soprattutto ben al di sotto delle aspettative funeste degli analisti, che si attendevano un rialzo a 12,10% (a dicembre il valore della dinamica dei prezzi era al 7%).

Certo non è una misura che fa esultare le autorità monetarie turche (Siamo infatti lontanissimi dal target fissato dalla CBRT che è del 5%), ma si tratta comunque di un segnale importante.
Tant’è vero che sul mercato valutario la Lira turca ha macinato guadagni contro il dollaro, con il cross UsdTry che si è avvicinato a 3.5000, area di supporto psicologico che non si vedeva dalla fine del 2016.
E pazienza se il test del supporto è fallito, visto che nel pomeriggio il cross ha invertito la rotta, risalendo a 3,5216 come vediamo sulla piattaforma del broker .

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Ricordiamo che la Banca centrale della Turchia finora ha utilizzato solo strumenti alternativi per contrastare l’inflazione (come il rialzo del Late Liquidity Window, ovvero quello nella sua veste di prestatore di ultima istanza), mentre il tasso di interesse è fermo all’8,00% dallo scorso novembre.

Tornando ai dati macro, va aggiunto che su base mensile il CPI è salito dello 0,45%, superando le stime. Ulteriori dati macro hanno visto i prezzi alla produzione salire del 0,52% nel mese e del 15,26% negli ultimi dodici mesi.

Ricordiamo che nei giorni scorsi la Russia ha tolto le sanzioni alla Turchia, che erano state poste nel 2015 in seguito alla crisi diplomatica tra i due Paesi scatenata dall’abbattimento di aereo militare russo da parte dell’aviazione di Ankara nella zona della frontiera siriana. Questo ha consentito alle imprese turche attive delle costruzioni e del turismo di riprendere le loro attività sul territorio russo.

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