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Petrolio, il mercato si mette in attesa: dopodomani è il giorno chiave per l’OPEC

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Il 25 maggio si deciderà se estendere il piano di contenimento della produzione. Ma intanto lo shale oil americano avanza

Mancano solo un paio di giorni alla prossima riunione OPEC in programma il 25 maggio, e gli investitori si preparano a vivere l’ennesima fase molto delicata di questa commodity. E’ chiaro che stanno aumentando le pressioni sui Paesi membri affinché accettino di prolungare gli accordi fino a marzo 2018 e tagliare ulteriormente la produzione, al fine di dare un po’ di respiro al mercato.
Il punto è che nessuno può dire con certezza se e in che misura un nuovo accordo potrebbe creare un contesto di maggiore stabilità dei prezzi dell’oro nero, sia del che del .

Il primo accordo, raggiunto a novembre scorso, riguardava un taglio di circa 1,5 milioni di barili al giorno da parte dei membri dell’OPEC. Il beneficio sui prezzi è stato contenuto, perché dopo un forte slancio che aveva portato i prezzi oltre i 54 dollari, adesso si è scesi fin verso 46 dollari.
Tuttavia, almeno tutto questo è servito a stabilizzarli (anche per via dell’impegno della Russia di ridurre a sua volta la produzione).

Da qualche giorno è noto l’impegno di Arabia Saudita e Russia per estendere i piano fino alla primavera del 2018, e altri paesi si sono accodati a questa decisione (Kuwait) che mira a mantenere bassa la produzione almeno sino al prossimo anno (1,8 milioni di barili in meno di cui 1,2 milioni dai produttori OPEC e 600 mila da quelli non-OPEC).
Tutto ciò ha provocato un rally di breve durata del mercato petrolifero, sia del che del .

Ancora una volta però, il timore per lo shale oil statunitense (aumentato sia in termini di produzione che di numero di impianti di estrazione attivi) ha finito per frenare lo slancio del mercato. Anche se la sua crescita non è stata tale da bilanciare i tagli del’OPEC, comunque è un fattore di cui tenere conto.
Ed a proposito di USA, sulle quotazioni hanno avuto oggi il loro peso anche i rumors su un piano della Casa Bianca per la vendita di metà delle riserve strategiche USA (Fonte: Reuters).
Se così fosse, si correrebbe il rischio di creare un eccesso di greggio sul mercato. Un altro duro colpo per l’Opec.

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