L’avevamo detto settimana scorsa: i dati molto elevati riguardo all’inflazione avrebbero potuto spingere la Banca del Messico a dare un’accelerata al percorso di crescita del costo del denaro.
E così è effettivamente accaduto: il tasso di interesse è stato alzato al 6,75%, con un incremento di 25 punti rispetto alla misura precedente (peraltro era stato ritoccato appena a fine marzo).
A spingere in questa direzione la Banxico è stata la crescita dei prezzi che sta marciando a livelli record. Secondo le ultime rilevazioni della INEGI (Insituto Nacional de Estadistica Y Geografia) i prezzi al consumo sono cresciuti fino al 5,82%, oltre le aspettative degli analisti e addirittura un punto percentuale rispetto ad appena due mesi fa, quando era 4,86%.
Per questo l’istituto centrale ha preferito non aspettare quel che farà la FED a giugno, ma s’è messa subito in azione per provare a contenere questo rialzo inflattivo che ha precedenti solo nel 2009.
La reazione del mercato è stata immediata: prima dell’annuncio sui tassi il cross UsdMxn aveva viaggiato fino oltre quota 19,10, ma già nel pomeriggio il movimento si era invertito quando i rumors sulla probabile stretta monetaria avevano cominciato a circolare. Infine dopo la decisione della Banxico c’è stato un crollo verticale fino quota 18,810 (discesa attualmente ancora in corso, ndr).
L’andamento lo vediamo sulla webtrader .
Dal punto di vista tecnico, la resistenza a breve termine verso la quota 19,20 per il momento ha dunque retto. Sul fronte ribassista, se la coppia UsdMxn dovesse confermarsi sotto i 19, allora potremmo vedere un nuovo slancio del peso messicano (prossimo supporto è situato verso quota 18.60).
