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Cina, PIL in crescita ma è troppo poco per ipotizzare una manovra restrittiva

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Il dato relativo al PIL, diffuso dall'Ufficio nazionale di statistica, è andato al di là delle aspettative degli esperti

Dal fronte macro sono giunte buone notizie oggi per la Cina. La settimana si è aperta infatti con le rilevazioni riguardanti il PIL, che hanno evidenziato una crescita economica che accelera del 6,9% nel primo trimestre 2017, nonché una forte spinta della produzione industriale (7,6%) sulla scia del boom degli investimenti in infrastrutture e nelle costruzioni.

Il dato relativo al PIL, diffuso dall’Ufficio nazionale di statistica, è andato al di là delle aspettative degli esperti. Ricordiamo che nel corso nel 2016 la crescita era stata del 6,7%, ovvero la performance più deludente per la Cina in 26 anni.

L’economia cinese quindi, impegnata in una delicata fase di transizione, si sta lentamente stabilizzando visto che lo sviluppo è “stabile e solido” – ha reso noto l’Ufficio nazionale di statistica.
Comunque si tratta di un buon avvio per riuscire a centrare il target di crescita fissato dal Congresso del Popolo a inizio marzo intorno al 6,5%.

Cosa potrebbe accadere sul mercato valutario? Cosa farà la Banca cinese?
Partiamo da un dato di fatto. Il cross UsdCnh oggi quota a 6,8865, con un movimento quasi nullo. Dal mese di marzo il cambio sta gravitando attorno quota 6,9 dopo aver vissuto un periodo di crescita.

Malgrado i dati macro positivi però, la People’s Bank of China non ha modificato l’atteggiamento di politica monetaria. Il problema infatti è che il target per l’inflazione è fissato al 3% per il 2017, ma attualmente siamo ad appena 0,9% annuo.
Per questi motivi una possibile svolta monetaria in senso restrittivo non sembra essere probabile (attualmente il tasso è a 4,35%, e l’ultimo ritocco fu sul finire del 2015).

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