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Bitcoin ancora bocciati dalla SEC: niente quotazione. Intanto si amplia la scissione interna

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Il sistema di gestione delle transazioni di Bitcoin è sotto pressione. Per questo molti miners sono favorevoli alla scissione

Aumentano le turbolenze sul Bitcoin, che deve fronteggiare eventi esterni e spaccature interne. Anzitutto il dato di fatto più recente: la bocciatura della SEC – ovvero la “Consob americana” – alla quotazione di uno strumento in bitcoin.

La richiesta era stata presentata da NYSE Arca relativamente a SolidX Bitcoin Trust, un ETF in bitcoin.
La motivazione del diniego è nella mancanza di regolamentazione della maggior parte dei mercati del .
Non esiste infatti una banca centrale online con una governance e un organigramma. Per questo motivo c’è il rischio che il bitcoin possa prestarsi ad operazioni di riciclaggio di denaro.

Il 10 marzo la SEC aveva peraltro già respinto una richiesta analoga, che era stata presentata dai gemelli Tyler e Cameron Winklevoss: volevano istituire un fondo di investimento che rendesse accessibile a milioni di americani il trading della moneta virtuale.

In quella circostanza la crypto-valuta era scesa in poche ore da 1.300 dollari a 1.060 dollari, per poi tornare a stabilizzarsi sopra quota 1.100. Un altro scivolone c’era stato anche pochi giorni dopo: altro -15%. Poi un nuovo recupero e il ritorno sopra quota 1000 dollari. Sbalzi improvvisi che ci sono sempre stati, ma che ultimamente sono diventati più frequenti e importanti.

Questo perché il momento che sta attraversando il è controverso. La crescita enorme che ha avuto negli ultimi mesi sta finendo per essere… il suo freno. Come in tutte le cose della finanza, quello che sale troppo velocemente finisce per non reggere più la propria stessa crescita. Vale anche per la crypto-moneta più diffusa e controversa del web.

Il sistema unificato di gestione delle transazioni online è sotto pressione per via dell’enorme mole di transazioni in Bitcoin, da record storico in valore. Il limite di 1 megabyte del bitcoin blockchain, oggi come oggi si sta rivelando critico, acuendo i rapporti tesi tra i gestori della moneta virtuale.
Questa frattura la chiamano “the fork”, la forchetta. Si sta generando tra i “miners” che approvano le transazioni in criptomoneta in cambio di percentuali minime.

La scissione ha generato “Bitcoin Unlimited”, nato a dicembre 2015 e concretamente terzo tentativo di modificare le regole di senza consenso di tutti gli utenti, dopo il fallimento di altri due tentativi in questi anni. Stavolta però ci sarebbe il sostegno di una bella fetta di miners.

Il nodo del problema è stato sintetizzato in una recente intervista da Giacomo Zucco, uno dei massimi esperti di Bitcoin in Italia e amministratore delegato di Blockchain Lab: “Il dilemma è: rimanere piccoli o decentrati o creare libri contabili più potenti però rischiando che si centralizzi tutto e si ceda alla filosofia stessa di Bitcoin, nata per essere orizzontale e decentrata?”

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