Tra le valute minori, una di quelle che sembrava molto promettente era il rand sudafricano. Chi però ha avuto modo di negoziarla, sapeva bene che certe divise nascondono un’insidia grossa: l’instabilità. E infatti proprio questo aspetto ha spinto al ribasso il rand negli ultimi due giorni.
La grande incertezza politica è tornata a penalizzare il rand, che nel mercato valutario è stato uno dei pochi a non “approfittare” dello scivolamento del dollaro a seguito del flop di Trump sulla riforma sanitaria. La coppia è salita di diversi punti percentuali, fino a toccare quota 13,00 per la prima volta dal 15 marzo.
Un trend che è proseguito anche oggi, con un ulteriore calo, come vediamo da questo screenshot di
A causare questa pesante debolezza è la turbolenza politica delle ultime ore. Lunedì il ministro delle Finanze Pravin Gordhan (che si trovava in un tour all’estero per promuovere gli investimenti nel Regno Unito e negli Stati Uniti) è stato richiamato dal presidente Zuma, e si vocifera di sue imminenti dimissioni (su richiesta esplicita) o comunque di un possibile licenziamento al prossimo rimpasto di governo.
Dal momento che la ricerca di un eventuale successore si preannuncia ardua, gli investitori hanno cominciato a liquidare bond sovrani, facendo così sentire gli effetti sui rendimenti dei decennali, che sono arrivati a 8,8% (variazione di 47 punti base). E anche il rand ha finito per subire un duro contraccolpo nel Forex.