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Giappone, vola l’export e migliora la bilancia commerciale. Usd-Jpy -0,45%. Kuroda: “Avanti col QE”

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Nelle minute relative al meeting BoJ, i membri hanno sottolineato che l'inflazione è il primo pensiero che guida le loro scelte

Arrivano dati macro molto solidi per il Giappone. Nella notte il Ministero delle Finanze (MOF) ha annunciato i dati importazioni, esportazioni e bilancia commerciale.
Ebbene, a febbraio l’export nipponico è aumentato al ritmo più veloce in 2 anni balzando dell’11,3% a 6,3 miliardi di yen, dopo il +1,3% di gennaio e contro il +9,9% stimato dal consensus. Questa impennata è stata propiziata soprattutto dalla forte domanda proveniente dalla Cina e da altre parti dell’Asia, sulla scia di una ripresa seppur modesta nella terza più grande economia al mondo.
Scende nel frattempo l’import, che passa da 8,5% di gennaio a 1,2%.

La bilancia commerciale invece ha chiuso con un attivo di 813 miliardi di yen. Meno bene del previsto, ma comunque molto meglio del “rosso” di 1.087 mld di gennaio. Questo potenzialmente solleva dalle tensioni rispetto al crescente protezionismo degli Stati Uniti.


Nelle minute relative al meeting BoJ, si apprende che i membri dell’istituto hanno sottolineato che l’inflazione è il primo pensiero che guida le loro scelte. Quella giapponese rimane lontana dal target del 2%.
Dal canto suo, il governatore Kuroda ha affermato l’intenzione nipponica di procedere ancora con il piano di quantitative easing. Per cui nessun aumento del tasso di interesse è in programma a breve termine.

Lo Yen si indebolisce

L’effetto dei dati macro riguardo la bilancia commerciale intanto non è mancato sui mercati valutari. Lo Yen ha cominciato ad apprezzarsi nei confronti di dollaro () ed euro (). A metà mattinata la valuta nipponica guadagna lo 0,45% sul biglietto verde e lo 0,68% sulla valuta europea.

Sono stati resi noti poi altri dati riguardanti l’economia Giapponese. L’indice dell’attività complessiva sale dello 0,1%. Esso rappresenta una media pesata dell’andamento dei principali settori dell’attività economica. A livello di settori, bene le costruzioni (+4,1%), male produzione industriale (-0,4%), invariato il terziario.

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