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Fed, dopo il rialzo dei tassi cross Eur-Usd in altalena: subito su ma poi ferma la corsa

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Secondo la Fed ci saranno altri 3 aumenti nel 2018, che porteranno con i tassi vicino al 3% da raggiungere entro la fine del 2019

Come era nelle previsioni, ieri la Federal Reserve ha deciso di procedere ad una nuova stretta monetaria, portando il tasso a 1%, con un incremento di 25 punti base (9 voti contro 1, quello della Fed di Minneapolis). I fondamentali economici (inflazione, crescita, occupazione) avevano reso chiarissima e quasi inevitabile questa mossa da parte dell’istituto americano.

Meno prevedibile invece era il commento che ha accompagnato la nuova decisione di politica monetaria. E’ stato confermato il ritmo di crescita del costo del denaro: ci saranno almeno altri 2 rialzi nel corso del 2017. Non solo, secondo la Fed ce ne saranno altri 3 nel 2018 che porteranno con i tassi vicino al 3% da raggiungere entro la fine del 2019.


Secondo la Jellen questo rialzo manda agli americani il messaggio che l’economia sta facendo bene, e poi preannuncia che «ci stiamo avvicinando a centrare il nostro duplice mandato» (massima occupazione e un’inflazione al 2%).
Inoltre risponde a chi ha criticato l’eccessivo immobilismo dell’istituto nel recente passato, dicendo che «la politica monetaria non è scritta nella pietra, dipende dai dati. Attendere troppo potrebbe richiederci di aumentare poi i tassi velocemente, con rischi per i mercati finanziari e per l’economia che potrebbe scivolare in recessione».

Riguardo le previsioni future della Federal Reserve circa l’economia statunitense, sono state lasciate invariate quelle di quest’anno e del 2019, mentre sono state riviste in crescita quelle del 2018.
Secondo gli economisti della banca centrale statunitense, il PIL salirà nel 2017 del 2,1% mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 4,5%. Nel 2018 invece il PIL è rivisto al rialzo al 2,1% da 2% della stima precedente, mentre la disoccupazione rimarrà ferma al 4,5%. Invariate le stime per il 2019: PIL +1,9%, tasso di disoccupazione 4,5%. L’inflazione dovrebbe gradualmente riportarsi in linea con il target del 2%.

Dal punto di vista valutario, in prossimità e subito dopo l’annuncio della FED, il cross euro-dollaro (EURUSD) è schizzato al rialzo (e lo stocastico è volato in ipercomprato), come vediamo nello screenshot qui sotto tratto da .
Tuttavia nelle ultime ore lo scenario sta cambiando, con il dollaro in lieve recupero. Ma la giornata è appena cominciata…

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L’assalto a quota 1,08 sembra quindi di nuovo fallito, ma occhio perché questa settimana è altamente intensa per l’euro. La questione Brexit torna di attualità con le decisioni (e i commenti) della Bank of England, mentre vanno esaminate le ripercussioni che le elezioni in Olanda e Francia potrebbero avere sull’EuroZona.

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