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Rublo, l’inflazione in calo dà corpo al possibile taglio dei tassi. Ma intanto il cross Usd-Rub va in ribasso

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Al momento la coppia con il dollaro è scambiata a quota 58,4743, con un lieve rialzo da parte del biglietto verde

I dati sull’inflazione danno una spinta al programma della Central Bank of Russia e avvicinano ad un ribasso del costo del denaro. Nella riunione tenutasi a febbraio la CBR aveva ridimensionato le aspettative di un taglio dei tassi per l’anno in corso, sottolineando come i rischi di un’accelerazione dell’inflazione stessero risalendo. I dati sui prezzi però dicono il contrario.

Secondo il Russian Federation Federal State Statistics Service, a febbraio l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,2%, ovvero molto meno della rilevazione precedente (0,6%) ma anche meno delle previsioni degli analisti (0,3%). Su base annuale si registra un calo evidente, con l’indice passato da 5% a 4,6%, e anche in questo caso al di sotto delle aspettative (4,7%).
L’inflazione quindi continua a ridursi.

Se guardiamo alla politica monetaria della CBR, vediamo che i tassi di riferimento sono fermi al 10% da settembre. All’epoca l’inflazione era ancora superiore al 6%. Adesso il livello dei tassi è più del doppio della crescita tendenziale dei prezzi, e questo fa pensare che un allentamento della politica monetaria possa diventare un’ipotesi concreta. Tuttavia ci sono diversi fattori da tenere in considerazione, come vedremo a breve.

Sul mercato valutario, dall’inizio dell’anno il rublo russo è stato una delle migliori valute emergenti, segnando un guadagno del 5% sul biglietto verde.
Tuttavia il cross UsdRub si muove dentro uno stretto canale da diversi giorni, come possiamo vedere da questo grafico sul broker .

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Al momento la coppia dollaro-rublo è scambiata a quota 58,4743, con un lieve rialzo da parte del dollaro. Siamo distanti quindi dal minimo di quasi 2 anni raggiunto a metà febbraio (56,57) mentre è in atto un test della resistenza a 58,44 (massimo 6 marzo) e vicini ad un’area di resistenza individuabile a quota 58.99.

La corsa del rublo quindi sembra frenare. Era cominciata già lo scorso anno e aveva vissuto una “pausa” solo dopo l’elezione di Trump. Poi però l’accordo sul contingentamento della produzione del petrolio (novembre) aveva fatto salire la quotazione dell’oro nero e quella della valuta russa.

Il greggio però adesso si è stabilizzato, e difficilmente darà altri grossi strappi al rialzo. Al tempo stesso il dollaro sta beneficiando degli effetti di un possibile rialzo a breve dei tassi da parte della Fed. Un’eventualità del genere potrebbe cambiare ancora gli scenari, visto che andrebbe a incidere tanto sul corso del petrolio e di conseguenza anche sul rublo.

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