La settimana dei mercati valutari si chiude con il botto: la numero uno della FED, Janet Yellen, ha infatti spinato la strada ad un aumento dei tassi già nel prossimo mese di marzo: «probabile rialzo» del costo del denaro a marzo «se l’economia si evolverà come previsto». E inoltre rilancia: tre strette monetarie nel corso del 2017, come nelle previsioni di dicembre scorso.
Il motivo dell’accelerata è da cercare nelle buone condizioni dell’economia USA, nonché nella necessità di evitare che questa possa surriscaldarsi. Del resto il mercato del lavoro è vicino alla piena occupazione e l’inflazione che si muove verso il 2%. Quindi le condizioni per una stretta ci sono tutte.
Se non ci saranno quindi cataclismi (dal punto di vista economico è improbabile, visto che l’unico dato in calendario è quello sulla disoccupazione, il 10 marzo) i tassi saliranno quindi di 25 punti base.
Sul mercato valutario, malgrado il forte segnale verso un rialzo dei tassi, il biglietto verde ha perso slancio ed è arretrato anche pesantemente (EurUsd a 1,0601, per una variazione di +0,99%). Probabilmente questo è dovuto a qualche presa di profitto.
Vediamo l’andamento del cross sulla piattaforma .
Il dollar index intanto ha fatto una correzione ribassista, che ha accelerato dopo il discorso di Yellen. Siamo attorno a quota 101.50, il valore più basso da tre giorni.
Va anche aggiunto che proprio la Yellen ha aperto un duello a distanza con Trump. Al neopresidente manda a dire che l’aumento del debito americano non è sostenibile nel lungo termine, con riferimento al piano di investimenti promesso dal tycoon (1.000 miliardi di dollari).
E non sono mancate frecciate sulla questione della immigrazione, che secondo la Yellen «aiuta la crescita della forza lavoro».
