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Cina, dati sulla produzione positivi. Ma il cross Usd-Cnh continua ad oscillare attorno quota 6,887

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La Banca popolare di Cina (PBOC) di recente ha spinto al rialzo i tassi pronti contro termine di dieci punti base, al 2,35%

Sono dati positivi quelli che arrivano dalla Cina, che testimoniano uno ripresa economica costante. Dopo quelli sul PIL (di qualche settimana fa) che evidenziavano una crescita per l’intero anno attorno al 6,7% (quindi nel target range del governo di 6,5% al ​​7%), oggi è toccato all’indice PMI fornire spunti interessanti.

L’indice Pmi Markit/Caixin è infatti salito a 51,7 punti in febbraio, in misura quindi più forte rispetto al previsto e oltre il dato precedente (51,0 punti di gennaio). Il dato per l’ottavo mese consecutivo rimane sopra la soglia di 50 punti, ovvero quella che separa la crescita dalla contrazione.




Sono stati pubblicati altri due dati dall’Ufficio nazionale di statistica di Pechino: il Pmi manifatturiero è salito a 51,6 punti (settimo mese consecutivo sopra la soglia della crescita) dai 51,3 punti di gennaio. Meglio del consensus (51,2).
Infine il Pmi non manifatturiero è sceso a 54,2 punti, rimanendo comunque in territorio di crescita. A gennaio era a quota 54,6.

L’istituto statistico pechinese sottolinea inoltre che la maggior parte dei sottoindici del PMI è aumentato, e inoltre sia i nuovi ordini interni che quelli esteri sono aumentati, denotando un miglioramento della domanda interna ed estera.

Sul mercato valutario intanto il cross USDCNH sale leggermente toccando quota 6,8698 (+0,22%). Possiamo vedere l’andamento di questa coppia su grafico.
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La valuta cinese dopo un recupero piazzato proprio nei primi giorni del nuovo anno, è sostanzialmente rimasta stabile nei confronti del dollaro in questo 2017.

La Banca popolare di Cina (PBOC) di recente ha spinto al rialzo i tassi pronti contro termine di dieci punti base, al 2,35%. Tuttavia questo non è stato interpretato come il preludio ad una stretta monetaria (attualmente il tasso di interesse è fissato a 4,35%), ma più che altro una spallata alle manovra di leva finanziaria fatta dalle imprese cinesi per tenere i loro bilanci in ordine.

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