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Giappone, altri dati poco incoraggianti. Lo yen riprende a scendere nei confronti delle altre major

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A novembre l'indice dei prezzi al consumo (CPI) è ancora molto lontano dal target del 2% fissato dalla BoJ

I dati sui prezzi e sui consumi in arrivo dal Giappone riaccendono le spie d'allarme sulla situazione economica del paese nipponico. La deflazione continua ad accompagnare il percorso economico del Giappone, come dimostrano i dati dell'Ufficio nazionale di statistica.




A novembre, l'indice dei prezzi al consumo (CPI) ha infatti registrato su base mensile una variazione nulla, mentre se consideriamo il raffronto rispetto allo stesso mese del 2015, allora c'è un aumento dello 0,5%. Un valore ben lontano dal target del 2% perseguito dalla Bank of Japan.
Se consideriamo i prezzi al consumo al netto delle componenti più volatili (cibi freschi) allora c'è un calo dello 0,4%.

C'è poi il dato preliminare dell'indice dei prezzi al consumo dell'area di Tokyo, che viene visto come un ottimo anticipatore del trend di prezzi nazionale, che segna una variazione negativa dello 0,4% su mese.




Altri dati negativi giungono dalle spese delle famiglie giapponesi. Se i redditi evidenziano una crescita modesta (1,6% in termini nominali e dell'1% in termini reali), la spesa invece ha registrato un calo dello 0,9% in termini nominali (e -1,5 in termini reali) da parte delle famiglie.
Rimane invece stabile il rapporto fra domande e offerte di lavoro a novembre.

A seguito di questi dati, questa mattina lo yen perde terreno sui mercati valutari. Sia nei confronti di euro, dollaro e sterlina la valuta nipponica scivola dello 0,15-0,20%, proseguendo quindi lungo una tendenza che dura ormai da 6 mesi (-15% rispetto al dollaro dalla scorsa estate).

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